Una nuova Super-Terra vicino a noi

16/11/2018

Grande più del triplo rispetto alla nostra Terra il nuovo esopianeta, appena scoperto, orbita intorno alla Stella di Barnard, ad una distanza di soli 6 anni-luce da noi, nella costellazione di Ofiuco.

Si tratta del secondo esopianeta più vicino a noi, dopo quello intorno a prossima Centauri, la stella a noi più vicina , a poco più di 4 anni-luce di distanza.

Barnard’s Star b, questo il nome attribuito alla nuova superterra, compie un’orbita intorno alla sua stella in circa 233 giorni, ma è molto debolmente illuminata dalla sua stella, ricevendone appena il 2% dell’energia che noi invece riceviamo dal nostro sole.

Per questo motivo il nuovo esopianeta, pur trovandosi molto vicino alla sua stella, meno della metà della distanza Terra-Sole, ha una temperatura superficiale che potrebbe aggirarsi intorno ai -170 °C, quindi un contesto particolarmente ostile (almeno per eventuali forme di vita non estremofile, come alcune che abbiamo anche qui sulla Terra).

Questa scoperta è stata possibile grazie allo sfruttamento dell’effetto doppler, grazia al quale è stato possibile misurare l’oscillazione (in avanti e indietro) che la stella subisce in seguito al moto orbitale del suo pianeta. Ovviamente si tratta di oscillazioni davvero minime, quasi impercettibili, ma la strumentazione utilizzata dai ricercatori, è in grado di misurare oscillazioni anche di soli 3,5 km/h, la velocità che abbiamo camminando a piedi.

Ovviamente, per raggiungere questo risultato sono state necessarie centinaia e centinaia di misure, raccolte in molti anni ma, alla fine, come è giusto che sia, la determinazione paga.

E questa ulteriore scoperta, allargando il numero degli esopianeti finora conosciuti, accentua la convinzione che ce ne siano ancora moltissimi altri la fuori, a prescindere dal fatto che noi riusciamo o meno a scorgerli.

Vito Lecci

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13 commenti su “Una nuova Super-Terra vicino a noi

  1. Tiziano Nov 16, 2018

    Grazie Vito.
    Non ne avevo sentito parlare.
    E ancora qualcuno si ostina in certe convinzioni “geo-centriche”

    Vito sei un mito

  2. Angelo Nov 16, 2018

    Ciao Vito,
    come sempre puntuale alle novità che ci offre la scienza,complimenti.
    Volevo porti una domanda:ma se la distanza è sei anni luce,vuol dire che noi vediamo qualcosa che si è svolta sei anni fa,giusto? Ed allora come si fa ad effettuare queste misurazioni tanto precise,a misurare l’oscillazione della stella ed il moto orbitale del pianeta?Un astronomo dovrebbe stare sei anni a guardare continuamente in un telescopio puntato su quella data stella e relativo pianeta?
    Scusami delle troppe domande ma la passione per lo spazio è grandissima.
    Ciao e buona serata

    • Vito Lecci Nov 19, 2018

      Ciao Angelo,
      ti ringrazio per la tua domanda.
      In realtà, in questi casi, il problema non sussiste.
      Ti ricordo infatti che il periodo orbitale del pianeta in questione è di appena 233 giorni, quindi agli astronomi a terra sarebbe sufficiente questo periodo per determinare i suoi parametri orbitali.
      Certo, è vero che ciò che è stato osservato e misurato è qualcosa che si riferisce a sei anni fa, ma proprio per questo è assolutamente lecito pensare che tutto ciò sia valido anche oggi,
      Dopotutto sei anni, in scala astronomica, sono assolutamente un’inezia 🙂

  3. Fantastico!
    L’immaginazione ci spinge a pensare a chissà cos’altro possa esserci là fuori…
    Per la legge dei grandi numeri ho sempre creduto che di sicuro non siamo soli nell’universo: qualche altra forma di vita più o meno intelligente di noi è presente in chissà quale angolo dell’universo.
    Chissà se un giorno…
    Intanto grazie, Vito!

  4. Rizzo Antonio Nov 17, 2018

    Bene..almeno sappiamo dove andare ..visto che “madre terra”ci ha sfrattati per cattiva gestione del Pianeta che ci donò per vivere in “santità e Giustizia”,ci restano pochi decenni e poi ,lo sfratto esecutivo.Speriamo che sia clemente,ma ne dubito,visto quali sono le sue Ire,…….

    • Vito Lecci Nov 19, 2018

      Beh… Barnard’s Star b per noi sarebbe un inferno di ghiaccio, a 170 °C sotto zero.
      Una bella punizione per le nostre malefatte sul nostro pianeta 😀

  5. Una cosa che non capisco!!!!….che si perde un sacco di tempo e risorse x approdare su un pianeta …dove non si ha…una certezza efficiente al 100%…. Tipo MARTE….Ci si va’…xche e l’unico vicino anche se sono solo 7 mesi di viaggio…La nostra tecnologia e basata al massimo x spostarci non più di tanto….Quindi domando e dico…..cosa serve fare ricerche su altri mondi o super terre….se poi non abbiamo la tecnologia…x arrivarci????….Solo x delucidarci di memoria???….Cerchiamo invece di perfezionarci e di cercare di colonizzare quello che possiamo raggiungere…tipo La Luna….Venere….e Marte….il resto…sono tutti soldi buttati….xche anche se trovassimo vita come la Terra….su la più grande LUNA DI SATURNO….TITAN…..la nostra tecnologia…non ci consente di poter arrivarci…..Quindi resterà’ sempre e solo un sogno…..

    • Vito Lecci Nov 19, 2018

      Caro Rudy,
      nessuno vuole approdare sul pianeta appena scoperto, né su nessun altro delle migliaia di esopianeti scoperti in questi ultimi anni. Sarebbe davvero ingenuo, oggi, pensare una cosa simile.

      Lo scopo che ci porta a scoprire sempre di più, in ogni ambito, si può spiegare semplicemente nella naturale predisposizione degli esseri umani.
      Noi infatti siamo animati da grande curiosità e intraprendenza e, se così non fosse, oggi vivremmo ancora nelle caverne e, forse, la nostra aspettativa di vita sarebbe di appena 30 anni.

      Quindi pensiamoci 10, 100, 1000 volte prima di affermare che i soldi impiegati nella ricerca scientifica, qualunque ne sia l’ambito, siano soldi buttati.

      Per quanto infatti la ricerca di nuovi esopianeti possa sembrare apparentemente inutile e sterile, invece riveste una importanza enorme:
      – perché allarga i nostri effimeri orizzonti,
      – perché aumenta la consapevolezza di ciò che ci circonda,
      – perché ci permette di capire meglio il pianeta sul quale viviamo e, se vogliamo buttarla sul pratico,
      – perché le ricadute scientifiche sulla vita di ogni giorno sono innumerevoli.

      Vorrei ricordare infatti che è grazie alla tecnologia utilizzata nella ricerca astronomica, come anche astrofisica o spaziale, che oggi abbiamo il computer in ogni casa, lo smartphone in ogni tasca, innovativi tessuti dalle straordinarie caratteristiche isolanti, soluzioni antisismiche per le abitazioni a rischio terremoti, tecnologia per interventi chirurgici di precisione e non invasivi, protesi all’avanguardia che permettono una vita quasi normale ai meno fortunati e potrei continuare così per ore e ore.

      Invece preferisco concludere ribadendo ancora una volta che, i soldi investiti nella ricerca e nell’ampliamento delle nostre conoscenza, qualunque ne sia l’ambito, NON SONO MAI SOLDI BUTTATI, anzi ci tornano indietro moltiplicati, nella vita di ogni giorno.

      Nella speranza di averti aiutato a chiarire il perché di tanto impegno profuso nella ricerca scientifica (anche quella apparentemente inutile), ti saluto cordialmente e ti do appuntamento al prossimo post e/o episodio di questo podcast.

      Vito Lecci

    • Rudy,i sogni sono essenziali….io poi sono convintissima che l’uomo prima o poi realizza tutto ciò che è nelle sue capacità di sognare. Vorrei vivere centinaia di migliaia di anni per poter vedere i progressi dell’umanità….anche questo è un sogno…..😃chissà………

  6. sara picca Nov 18, 2018

    grazie Vito per le novità sempre precise che ci fornisci!!!!